09/01/2025 |
La 58ª edizione del Panevin ad Arcade ha illuminato la piazza che ha unito migliaia di persone per scrutare le faville, celebrare la tradizione e accogliere il nuovo anno
La 58ª edizione del Panevin ad Arcade ha illuminato la piazza che ha unito migliaia di persone per scrutare le faville, celebrare la tradizione e accogliere il nuovo anno.
Una pira monumentale che si staglia contro il cielo notturno, alta nove metri, la più imponente della Marca, ha illuminato ieri sera piazza Vittorio Emanuele III ad Arcade, per la 58esima edizione del tradizionale panevin.
Un rito che si rinnova, un momento di comunità che stringe a sé migliaia di persone, accorse per assistere all’accensione del gigante di legno e interrogare il futuro leggendo la direzione delle faville.
«Faive a sera, de poenta piena a caliera. Faive a matina, ciol el sac e va a farina», recita un antico detto popolare. Le faville, proiettate verso il cielo come messaggi cifrati, sono state scrutate con attenzione da tutti i presenti.
Sguardi rivolti in alto nel tentativo di decifrare il responso del fuoco, particolarmente difficile da interpretare quest’anno: le faville volavano in su. A tenere alti gli animi ha provveduto il sindaco di Arcade Domenico Presti che ha stabilito, più convinto di tutti: «Le faville vanno a sera».
L’aria invernale è stata scaldata dall’attesa e dalla musica della Banda di Pederobba, che ha accompagnato l’arrivo dei Re Magi.
La benedizione del fuoco ha preceduto il momento culminante: alle 21 precise, la prima fiaccola, impugnata dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, giunto ad Arcade dopo un tour nelle località di Bibano, Fontanelle e Vazzola, insieme a quella del sindaco Presti, ha dato il via alle fiamme della catasta di legna e ramaglie. L’evento, organizzato dal Gruppo Alpini di Arcade, guidato dal capogruppo Rolando Migotto, ha visto un imponente dispiegamento di forze per garantire la sicurezza di tutti i presenti.
Un’area blindata, con un aumento a quindici unità delle forze dell’ordine e la collaborazione di settanta volontari, ha assicurato un prefiltraggio efficace e la chiusura di ogni possibile varco con l’ausilio di trattori. Un’ordinanza comunale, inoltre, aveva vietato la detenzione e la vendita di bottiglie di vetro nell’area della festa, così come il lancio di petardi e l’uso di spray urticanti, per garantire la massima tranquillità.
Nonostante il dibattito, rituale quanto il falò, che ha tenuto banco nei giorni scorsi, il panevin è andato in scena nella generale soddisfazione: «Grazie a chi ha portato i bambini, anche questa volta abbiamo salvato Arcade – ha detto il presidente Luca Zaia con il giubbotto di Milano Cortina 2026 – Un ritrovo che si fa senza inviti perché questa è storia, è tradizione. Non sono questi i luoghi in cui si inquina, bisogna rispettare le tradizioni e non siamo dei devastatori. Chiudo facendo gli auguri: che possa essere l’anno per ritrovare la salute da parte di chi non ce l’ha. Un augurio per questo 2025 dove non si parli più di guerra ma di pace».
Zaia al panevin di Arcade: "Non inquiniamo, non siamo devastatori"
Presente alla serata anche Andrea Dan dell’associazione Manuela Sicurezza Stradale, che ha fatto firmare a Zaia la sua petizione per chiedere una norma europea per gli airbag sulle motociclette.
Entusiasmo nelle parole di Domenico Presti: «Grazie agli Alpini, abbiamo la fortuna di avere un sacco di giovani che hanno riempito le fila per assistere a questo magnifico spettacolo. Abbiamo fatto un piano di sicurezza straordinario. Spedisco al mittente la solita polemica sterile, il falò della tradizione oggi viene tutelato dalla legge. Non si creano problemi alla salute, le strumentalizzazioni politiche non ci interessano. Queste sono le feste del popolo».
Una serata magica, per tutti: «Difficile nascondere l’emozione quando si guarda la piazza. Se noi siamo qui è perché i nostri veci ci hanno aperto la strada e noi saremo sempre qui a portare avanti le tradizioni» ha concluso Migotto.